Gestire un’azienda o un’attività non è affatto facile, lo sappiamo bene. Non si tratta semplicemente di vendere un prodotto, bensì gestire i fornitori, cercare sempre nuovi clienti, valorizzare i propri collaboratori, pagare le tasse, evitare periodi di secche ecc.
Insomma, la vita dell’imprenditore, oggi, è una corsa agli ostacoli, dove ogni mattina si è obbligati a ripartire dai blocchi di partenza.
Date queste premesse è evidente che, anche per i business più floridi, possano capitare momenti complessi dove si è troppo esposti con gli investimenti e manca la liquidità, oppure semplicemente dove il mercato è cambiato e non è più ricettivo come prima.
Se poi la situazione precipita in un circolo vizioso, diventa fondamentale intervenire con una ristrutturazione aziendale per bloccare la fuoriuscita di liquidi e risanare la situazione.
Negli ultimi anni, poi, le crisi si sono susseguite ad un ritmo mai visto; quindi, è più che normale essere rimasti vittima di situazioni economiche o geopolitiche che non potevano essere controllate o previste.
Riorganizzare un’azienda significa analizzare tutti i passaggi che vanno dalla filiera produttiva fino al customer care finale con l’obiettivo di migliorare l’efficienza aziendale e, possibilmente, ridurre i costi e aumentare i profitti.
Non è un’impresa semplice, anzi. Servono strumenti adeguati e professionisti esterni competenti. Ecco i tre passi da seguire per iniziare un processo di ristrutturazione aziendale.
Individuare gli errori
Il primo passo fondamentale è capire i propri errori: ad esempio nuove innovazioni hanno reso obsoleto il tuo prodotto. Hai perso collaboratori efficienti improvvisamente? Il costo delle materie prime è schizzato alle stelle o sono crollate le vendite?
È importantissimo comprendere le cause che hanno portato la tua azienda, dalla sera alla mattina, in una situazione finanziaria non stabile.
La strategia giusta
Individuati gli errori, bisogna rimediare e risolverli. Quindi serve una strategia per uscire dalle secche e rientrare in mare aperto.
Il primo passo è sempre avere la disponibilità di liquidità, senza di essa nessun business può stare in piedi. Il secondo passo è riattivare la produttività aziendale per tornare a generare utili.
Il terzo e ultimo passaggio è ridurre i costi, con vendite di beni strumentali non più utili e purtroppo anche con i licenziamenti del personale in eccesso.
Guardare al futuro
Individuati gli errori e applicata una giusta strategia, bisogna guardare avanti: un buon imprenditore deve rimanere tre passi avanti rispetto al mercato di oggi. Bisogna analizzare possibili scenari futuri e non rimuginare sugli errori del passato e nemmeno dormire sugli allori.
Fare l’imprenditore è probabilmente il mestiere più difficile al mondo, lo sappiamo bene!
Come scegliere il professionista giusto per la tua ristrutturazione aziendale
Nel pieno di una crisi aziendale non è possibile mettere in pratica una riorganizzazione da soli.
Uno studio di commercialisti, oggi, non ha solo il compito di farti pagare le tasse che lo Stato, tramite l’Agenzia delle Entrate, ti richiede. Ma è anche un partner strategico che può guidarti a valutare gli investimenti migliori e seguirti nella ristrutturazione della tua azienda.
D’altra parte, pochi professionisti conoscono la tua azienda come il tuo commercialista di fiducia. Un passaggio cruciale che può essere gestito dal commercialista sono i rapporti con le banche, sia nella fase di negoziazione dei prestiti sia nella fase di reperimento di nuovi fondi finanziari presso nuovi istituti di credito ed investitori finanziari o fondi specializzati.
Sicuramente evitare ogni ristrutturazione aziendale è la soluzione più valida, ma se non hai avuto la prontezza di prevenire la crisi della tua attività, non devi aver paura: a tutto c’è un rimedio e si chiama ristrutturazione aziendale e il segreto è affidarsi ad un commercialista esperto di fiducia.
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