Pressione fiscale in Italia, come ridurla per le imprese

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Francesco Rossi
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L’Italia è uno dei paesi con la pressione fiscale più alta d’Europa, e questo rappresenta una sfida per molte imprese che cercano di mantenere la propria redditività.

Nel 2021 la pressione fiscale era al 43,4%, nel 2020 al 42,7%, nel 2019 al 42,3%, nel 2018 al 42,1%. Un aumento costante negli ultimi cinque anni, che il Covid 19 ha accentuato. Tra i paesi Ocse, peggio di noi fa solo la Danimarca (46,9%), seguita da Francia (45,1%) e Austria (43,5%).

Inoltre, l’Italia ha una serie di tasse e contributi obbligatori, tra cui il cosiddetto “carico fiscale” che incidono sulle imprese e sui lavoratori. Ad esempio, il sistema previdenziale obbligatorio, le tasse comunali e regionali e le imposte sulle attività produttive.

Tuttavia, ci sono diverse strategie fiscali che le imprese possono adottare per ridurre la pressione fiscale e aumentare la propria competitività. In questo articolo, esploreremo alcune di queste strategie per il 2023.

Riduzione della pressione fiscale

Si parla sempre più frequentemente di Flat Tax, o tassa piatta, in pratica un unico scaglione IRPEF valido per tutti i redditi. Con l’attuale governo questa riforma dovrebbe entrare nel vivo nei prossimi anni. Facciamo però alcune considerazioni.

La riduzione della pressione fiscale è un argomento complesso che dipende da molti fattori, tra cui il contesto economico, la situazione fiscale del paese e gli obiettivi di politica fiscale.

Tuttavia, di seguito sono riportati alcuni possibili strumenti che possono essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale:

  1. Riduzione delle spese pubbliche: una delle opzioni per ridurre la pressione fiscale è quella di ridurre le spese pubbliche. Ciò può essere fatto tagliando i costi del governo e aumentando l’efficienza nella spesa pubblica.
  2. Riforma fiscale: una riforma fiscale può ridurre la pressione fiscale e creare un sistema fiscale più equo ed efficiente. Ad esempio, si potrebbe introdurre una tassazione basata sul consumo invece che sui redditi, o semplificare le aliquote fiscali e ridurre l’evasione fiscale.
  3. Crescita economica: una crescita economica sostenibile può aumentare il gettito fiscale, riducendo la necessità di aumentare le tasse.
  4. Incentivazione delle imprese: la creazione di un ambiente favorevole alle imprese può incentivare gli investimenti, la creazione di posti di lavoro e la crescita economica. Ciò potrebbe ridurre la pressione fiscale e aumentare il gettito fiscale a lungo termine.

Tuttavia, va notato che ogni opzione presenta vantaggi e svantaggi e potrebbe non essere applicabile a tutte le situazioni. Inoltre, qualsiasi cambiamento fiscale dovrebbe essere effettuato in modo responsabile e considerando l’impatto a lungo termine sulla società e sull’economia.

Il carico fiscale per le imprese

Entriamo dunque nella parte più complessa della materia, cioè come ridurre le tasse alle imprese italiane.

Uno degli obiettivi è di avere per la propria azienda è quello di aumentare la liquidità dell’azienda, per poter avere più opportunità di investimento per sviluppare il proprio business.

Alla fine, parliamo di uno degli incubi più comuni tra gli imprenditori italiani che tiene tanti di noi svegli la notte.

Che cos’è il carico fiscale per le imprese

Il carico fiscale per le imprese rappresenta l’insieme di tutte le tasse e i contributi obbligatori che gravano sulle attività economiche. Questi includono l’imposta sul reddito delle società, l’IVA, le imposte locali, i contributi previdenziali, le imposte sul lavoro dipendente e autonomo, e molte altre tasse e contributi specifici per il settore d’attività.

Come ottimizzare il carico fiscale per le imprese

Ogni azienda è diversa dalle altre, tra Società di persone e Società di capitali esistono tante differenze, ma anche all’interno della stessa tipologie esistono casistiche diversificate.

Per questo è fondamentale farsi seguire dal proprio studio di commercialisti per avere una adeguata consulenza di pianificazione fiscale. Contattaci per una consulenza.

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