Lavorare in modo indipendente come imprenditori di sé stessi è il sogno di tantissime persone. Scegliere la forma giuridica necessaria, però, è abbastanza complicato.
Sicuramente la prima scelta ricade sulla ditta individuale, perché in linea di principio non sono necessari grandi capitali per avviarla ed ha una gestione molto semplificata.
Si tratta di una scelta da ponderare molto attentamente, analizzando i rischi, i vantaggi, i costi e tutti gli step necessari. Il primo passo sarà sicuramente quello di scegliere il commercialista per farsi consigliare e seguire in tutti i passaggi.
Che cos’è una ditta individuale
La ditta individuale è la forma giuridica più semplice per avviare un’attività di business ed è perfetta quando si intende svolgere un’attività da soli, eventualmente con altri dipendenti o collaboratori.
Nel caso dell’impresa individuale l’unico proprietario è l’imprenditore che prende decisioni, si occupa della crescita commerciale e ne risponde in termini di responsabilità.
Infatti, sarà l’imprenditore ad essere responsabile in modo illimitato, di eventuali debiti a carico della sua impresa.
Per questo, se decidete di avviare una ditta individuale, dovete assolutamente sapere che, nel caso in cui le cose non vadano bene, ne dovrete rispondere non soltanto con il patrimonio dell’impresa, ma anche con il vostro patrimonio personale.
Chi può aprire una ditta individuale?
Questa forma giuridica, di solito, viene scelta principalmente da liberi professionisti come consulenti, medici, artigiani, commercianti e freelance.
La ditta individuale può rivelarsi la scelta migliore anche per una startup, in particolare nella fase iniziale.
Vantaggi ditta individuale
I principali vantaggi della ditta individuale sono:
- tipologia di lavoro in modo indipendente,
- costi di avvio minimi,
- fiscalità vantaggiosa,
- gestione semplificata della ditta,
- nessun obbligo di bilancio,
- ridotti costi di apertura.
Svantaggi ditta individuale
I principali svantaggi della ditta individuale sono:
- rischio di perdere il patrimonio personale in caso di fallimento della ditta,
- non è possibile avere soci.
In particolare, il primo punto è da analizzare attentamente, perché si tratta di un grave rischio personale. In questo articolo trattiamo tutti i rischi della ditta individuale.
Costi ditta individuale
Escludendo i costi variabili dovuti al regime fiscale e all’andamento dell’attività di business, rimangono i costi fissi che sono:
- costo del commercialista che è un costo annuo,
- iscrizione alla camera di commercio da sostenere una sola volta all’atto di registrazione,
- diritto camerale annuale da versare ogni anno,
- contributi previdenziali che in parte sono costi fissi.
Quindi è chiaro che la maggior parte delle spese rientra nei costi variabili, in particolare:
- tassazione irpef,
- oneri previdenziali.
In questo caso, il proprio commercialista vi potrà proporre strategie efficaci di consulenza fiscale.
Passaggi apertura ditta individuale
Ecco tutti i principali passaggi burocratici da seguire nella fase di apertura di una ditta individuale.
Individuazione del codice ATECO
La scelta del ATECO spetta al tuo commercialista, dopo che gli hai spiegato le attività che vuoi fare nella tua ditta.
È un elemento molto importante perché identifica il tipo di attività che andrai a svolgere con la tua Partita IVA, e di conseguenza anche i relativi obblighi.
Questo codice, viene indicato in fase di apertura della Partita IVA, e, in caso di adesione al regime forfettario, risulta essere fondamentale per determinare il coefficiente di redditività, che influisce sulla quantità di tasse che andrai a pagare.
Scelta del regime fiscale da adottare
Questa scelta è molto semplice e si basa sul fatturato. Sono disponibili due opzioni:
- regime forfettario,
- regime ordinario.
Sotto i 65.000 euro di ricavi e compensi si rimane nel regime forfettario, se si supera quella soglia, si entra nell’ordinario, che prevede il calcolo delle tasse sulla base di scaglioni di reddito e l’applicazione dell’IVA.
Apertura partita iva
A questo punto non rimane che aprire la partita iva, inviando la pratica all’agenzia delle entrate, comunicandola poi alla camera di commercio e ai relativi albi.
Successivamente bisognerà aprire la posizione previdenziale INPS e la posizione INAIL, quando necessario.
L’ultimi passaggio burocratico sarà quello di inviare la pratica SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) al comune in cui ha sede l’attività di lavoro autonomo.
Conclusioni
Sicuramente la ditta individuale è la forma giuridica economicamente più vantaggiosa per un’attività di business medio piccola di un singolo imprenditore. Ha però insita tanti rischi che sono da prendere seriamente in considerazione perché può venire attaccato il patrimonio personale del titolare.
Discorso diverso è quello dell’SRL, che protegge il patrimonio dell’imprenditore da eventuali creditori dell’azienda. In questo articolo abbiamo trattato come trasformare una ditta individuale in una srl.
Per comprendere quale forma giuridica sia la migliore per il proprio business, è fondamentale farsi affiancare da uno studio di commercialisti come il nostro. Contattaci per una consulenza.